Più che di “scelta”, preferiamo parlare di “consapevolezza”, questa è irreversibile ed è basata sulla sensibilità personale.
Con queste premesse non si arriva neppure a dover scegliere e si rimane coerenti fino alla fine.
Erano gli anni ’80 quando abbiamo adattato il nostro lavoro ad un’idea nuova e più sostenibile. Come sempre accade le idee nuove si annidano nelle generazioni nuove che, con l’impeto della rivoluzione, riescono ad imporle.

Il 1986 è l’anno della svolta e nel 1993 le etichette sulle nostre bottiglie si arricchiscono della dicitura “vino da uve biologiche” affiancata da quella dell’Ente certificatore delle pratiche di coltivazione in base quanto stabilito dal Reg. CE 2092/91.
In quegli anni gli Oberto, insieme ad un piccolo gruppo di produttori piemontesi e toscani con coi condividevano conoscenze, obiettivi e passioni, si guadagnano la definizione di “pionieri del biologico“.
Col passare degli anni anche la legislazione in materia si arricchisce e si integra con i Reg. CE 834/07 e Reg. CE 889/08.
L’8 febbraio 2012 finalmente il Comitato per la regolamentazione sull’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea (SCOF –Standing Committee on Organic Farming) ha votato il regolamento sulla vinificazione BIO con il Reg. 203/12. Dal 1 agosto 2012 è entrato in vigore ed, oltre a normare le tecniche di vinificazione biologica e i coadiuvanti enologici, tale regolamento permette di confezionare i vini dichiarando in etichetta “vino biologico” nonchè la possibilità di utilizzare il logo europeo che identifica il prodotto biologico in tutto il mondo.

Da qualche anno autoproduciamo tutta l’energia elettrica che consumiamo, grazie all’impianto fotovoltaico appoggiato sui tetti di cantina ed abitazione.
Tutta l’acqua piovana viene raccolta e accumulata nelle vecchie botti, sistemate alla base delle grondaie, per essere utilizzata per i trattamenti in vigna.
Oggi Andrea condivide consapevolezza e passione con la sua famiglia: la moglie Monica ed i ragazzi Elia e Gioele, approcciandosi ogni giorno al lavoro nel rispetto della tradizione e con un occhio di riguardo verso le nuove idee che si abbozzano in quella che sarà la futura generazione.